E’ on line da oggi il sito del nuovo movimento che la
componente della Linke che fa capo a Sahra Wagenknecht (della quale avevamo
letto questa
posizione sull’immigrazione) ed a suo marito Oskar Lafontaine stanno promuovendo
e che partirà il 4 settembre. Il titolo del sito è per ora #aufstehen, “alzarsi”,
e del movimento dovrebbe essere #stand. Questo è l’account Facebook, questo quello di Twitter.
Sahra Wagenknecht in
una intervista dichiara
che il 4 settembre saranno presentati i nomi e l’appello di fondazione. Alzarsi per un paese giusto e pacifico e
cambiare la politica tedesca, riunendo persone che hanno lo stesso
interesse per il cambiamento, senza lasciare le organizzazioni in cui
eventualmente militano. Dunque intenzionalmente non si tratta di promuovere una
rigida struttura di partito ma un movimento che chiami a raccolta. L’appello è
quindi indirizzato anche ai membri della Spd, dei Verdi e naturalmente della
Linke. In particolare a coloro che sono scontenti degli esiti di Agenda 2010 e
vogliono il rinnovo dello stato sociale,
il ritorno alla “ostpolitik” di Willy
Brandt, ed a un’economia responsabile ed
ecologica. Come noto la politica
di Brandt, la fase “keynesiana” della politica tedesca, fu imperniata sull’uso
cosciente della spesa pubblica in senso anti-ciclico, puntando al “quadrato
magico” di Kaldor (crescita, piena occupazione, stabilità dei prezzi,
equilibrio dei conti con l’estero), ovvero ad una crescita autopropulsiva, invece
che trainata dall’estero, come avvenne poi, a partire dal “Modell Deutschland” di Helmut Schmidt.
Obiettivo centrale dell’azione
proposta è superare il mainstream neoliberale, promuovendo una politica sociale
nell’interesse della maggioranza, ponendo inoltre fine alla politica di guerra
e alla corsa agli armamenti. Il meccanismo che va interrotto vede una politica
che, calpestando i bisogni sociali della parte meno ricca della popolazione l’allontana
dalla politica, e alla fine produce una situazione nella quale si avvantaggiano
solo i partiti di destra, più abili a indicare falsi obiettivi e sfruttare rabbia
e paura. Ciò che accade in Germania è che di fatto l’Afd detta l’agenda,
guidando anche le forze di centro.
Ciò che non va più
accettato è semplicemente che le
multinazionali controllino la globalizzazione, costringendo tutti gli
Stati, sotto la pressione della competizione al ribasso, a tagli sociali
continui e progressivi, ed a sempre nuove guerre di saccheggio; dando anche l’apparenza
che non ci siano alternative e che tutto questo sia determinato dalle forze
della natura.
Lo scopo del movimento è mostrare che c’è alternativa.
Il sito per ora è una raccolta di interviste:
a Wilko, giardiniere; a Steve; a Nada, giornalista; a Marie, editor; a Susi,
igbau; a Margot, pensionata; Thomas, imprenditore; Svenja, insegnante; Rene,
Dj; Christian, assistente d’infanzia; Victoria, studente; Guido, agricoltore;
Kurt, pastore; Norbert, sindaco; Sebastian, studente.
Vedremo come evolve.
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