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sabato 4 agosto 2018

Sahra Wagenknecht, “Aufstehen”



E’ on line da oggi il sito del nuovo movimento che la componente della Linke che fa capo a Sahra Wagenknecht (della quale avevamo letto questa posizione sull’immigrazione) ed a suo marito Oskar Lafontaine stanno promuovendo e che partirà il 4 settembre. Il titolo del sito è per ora #aufstehen, “alzarsi”, e del movimento dovrebbe essere #stand. Questo è l’account Facebook, questo quello di Twitter.
Sahra Wagenknecht in una intervista dichiara che il 4 settembre saranno presentati i nomi e l’appello di fondazione. Alzarsi per un paese giusto e pacifico e cambiare la politica tedesca, riunendo persone che hanno lo stesso interesse per il cambiamento, senza lasciare le organizzazioni in cui eventualmente militano. Dunque intenzionalmente non si tratta di promuovere una rigida struttura di partito ma un movimento che chiami a raccolta. L’appello è quindi indirizzato anche ai membri della Spd, dei Verdi e naturalmente della Linke. In particolare a coloro che sono scontenti degli esiti di Agenda 2010 e vogliono il rinnovo dello stato sociale, il ritorno alla “ostpolitik di Willy Brandt, ed a un’economia responsabile ed ecologica. Come noto la politica di Brandt, la fase “keynesiana” della politica tedesca, fu imperniata sull’uso cosciente della spesa pubblica in senso anti-ciclico, puntando al “quadrato magico” di Kaldor (crescita, piena occupazione, stabilità dei prezzi, equilibrio dei conti con l’estero), ovvero ad una crescita autopropulsiva, invece che trainata dall’estero, come avvenne poi, a partire dal “Modell Deutschland” di Helmut Schmidt.


Obiettivo centrale dell’azione proposta è superare il mainstream neoliberale, promuovendo una politica sociale nell’interesse della maggioranza, ponendo inoltre fine alla politica di guerra e alla corsa agli armamenti. Il meccanismo che va interrotto vede una politica che, calpestando i bisogni sociali della parte meno ricca della popolazione l’allontana dalla politica, e alla fine produce una situazione nella quale si avvantaggiano solo i partiti di destra, più abili a indicare falsi obiettivi e sfruttare rabbia e paura. Ciò che accade in Germania è che di fatto l’Afd detta l’agenda, guidando anche le forze di centro.
Ciò che non va più accettato è semplicemente che le multinazionali controllino la globalizzazione, costringendo tutti gli Stati, sotto la pressione della competizione al ribasso, a tagli sociali continui e progressivi, ed a sempre nuove guerre di saccheggio; dando anche l’apparenza che non ci siano alternative e che tutto questo sia determinato dalle forze della natura.

Lo scopo del movimento è mostrare che c’è alternativa.

Il sito per ora è una raccolta di interviste: a Wilko, giardiniere; a Steve; a Nada, giornalista; a Marie, editor; a Susi, igbau; a Margot, pensionata; Thomas, imprenditore; Svenja, insegnante; Rene, Dj; Christian, assistente d’infanzia; Victoria, studente; Guido, agricoltore; Kurt, pastore; Norbert, sindaco; Sebastian, studente.

Vedremo come evolve.

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