Tesi
Quello che segue è un libero riadattamento in forma di
tesi del “Manifesto
per la Sovranità Costituzionale” che ha forma discorsiva e viene presentato
a Roma il 9 marzo. Le integrazioni testuali e le parafrasi del testo sono
state limitate al minimo.
Cinque tesi sulla
situazione.
1.
Siamo nella più
grave crisi della storia del capitalismo, dopo quella del 1929
2.
La ristrutturazione
ha messo in ginocchio le classi popolari e parte delle classi medie,
concentrando quasi tutto il surplus in un’area sociale ristretta sia
geograficamente sia funzionalmente: quella connessa con l’economia mondiale e
competitiva
3.
Gli strumenti
europei per concentrare tutte le risorse, garantendo i profitti dei capitali
mobili e dei settori produttivi ‘dinamici’ (rivolti alle esportazioni e
competitivi) sono il ‘mercato unico’ e l’euro
4.
Questa soluzione
europea non è un adattamento, ma un acceleratore delle dinamiche di finanziarizzazione
dell’economia e di potenziamento della globalizzazione che hanno alimentato e
moltiplicato a dismisura ineguaglianze ed ingiustizie
5.
Questo è il
contesto che ha determinato la più massiccia deindustrializzazione del sistema
produttivo italiano, in parte causato dalla storica incapacità del capitalismo
italiano ad investire senza il soccorso dello Stato
Due conseguenze
1-
È impraticabile la
strada della sovranità democratica a livello europeo
2-
La verità del
dispositivo europeo è lo svuotamento della democrazia costituzionale e l’indebolimento
del lavoro in favore del profitto e della rendita finanziaria
Quattro proposte
di direzione
1-
L’unica strada
possibile è la rivitalizzazione della sovranità popolare e nazionale, in linea
con i principi della Costituzione del ’48, il suo spirito solidaristico e l’orientamento
socialista
2-
In tale direzione si
tratta di ricostruire le funzioni economiche e sociali dello Stato democratico
e l’economia mista
3-
Gli obiettivi
devono essere di rilanciare la vocazione industriale del paese, generare piena
occupazione, governare il mercato riconducendolo alla sua funzione sociale,
restituire ai cittadini, attraverso i partiti, il potere di incidere sull’indirizzo
del paese
4-
Questo è “patriottismo
costituzionale”.
Per un Patriottismo
senza Nazionalismo
1-
L’amore per la
patria è un sentimento fondativo della comunità democratica, necessario per la
reciproca solidarietà
2-
È l’amore per una
forma di vita libera, di fratellanza e solidarietà fra cittadini, e di cura
delle istituzioni comuni, nella misura in cui queste garantiscono a tutti di
vivere in pace e sicurezza, da liberi ed eguali
3-
Un sentimento di
protezione data e ricevuta, necessariamente connesso ad un territorio ed a una
storia e cultura condivisa, non aggressivo e rispettoso del simile amore per
altre patrie
4-
Un sentimento
concreto, non astratto e meramente universalistico, incarnato in un luogo, una
lingua, una cultura, delle istituzioni. Popolo, Stato, Nazione, sono unità
costruita politicamente e non trovata in sangue e suolo
5-
Il “patriottismo costituzionale” è
indispensabile per generare i vincoli autoassunti di solidarietà che possono
rendere possibili politiche redistributive e di giustizia sociale
6-
L’emergente
individualismo, premessa e frutto insieme della svolta neoliberale, fa infatti a
meno del patriottismo e depotenzia la costituzione proprio per revocare e rendere
impossibili le politiche redistributive e cancellare la giustizia sociale
Per una difesa
intransigente della Costituzione del ‘48
1-
La Costituzione
mira a riequilibrare i rapporti di forza tra le classi sociali
2-
Definisce la
dignità delle persone attraverso il lavoro, e quindi richiede politiche di
piena occupazione, e di eliminazione delle discriminazioni di genere, razza,
orientamento religioso o sessuale attraverso un programma di “lavoro di cittadinanza”
3-
Implica la
riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione
4-
Riconosce nel
conflitto tra capitale e lavoro un insostituibile strumento di emancipazione
individuale e collettiva ed impone ai pubblici poteri di promuovere le
condizioni di un confronto equilibrato tra le forze sociali per impedire la
spoliticizzazione del mercato
5-
I principi fondamentali
della Costituzione italiana prevalgono sui Trattati europei ed internazionali
6-
L’Europa coerente con
la nostra Costituzione è una Confederazione di democrazie nazionali sovrane e
non l’attuale Unione Europea
Sei tesi circa i
compiti dello Stato nazionale
1-
La fine dello Stato-Nazione
è presente solo nella propaganda neoliberista e nel cosmopolitismo proprio del
capitalismo borghese
2-
Viceversa è la
globalizzazione che oggi è in crisi perché insostenibile
3-
Gli interessi
popolari chiedono protezione e sicurezza ai rispettivi Stati Nazionali che sono
l’unica possibilità di recuperare un minimo di influenza sul proprio destino,
promuovere la piena occupazione, limitare e governare il mercato, garantire la
funzione sociale della proprietà privata
4-
La concorrenza va
subordinata all’utilità sociale ed alla dignità della persona
5-
La moneta va
ricondotta a servizio del welfare e della democrazia costituzionale
6-
Bisogna lottare
per riqualificare lo Stato e rivitalizzarne le funzioni, difendendo l’unità
nazionale, ostacolando la concentrazione del potere nelle istituzioni sovranazionali
al sicuro dalla democrazia popolare e dalla solidarietà
Bisogna fermare la
mobilità incontrollata di capitale, lavoro, merci e servizi
1-
La mobilità
internazionale va regolata e limitata in riferimento alla protezione del
lavoro, della giustizia sociale ed ambientale
2-
Il mercato unico
europeo è la fonte ultima di svalutazione del lavoro e svuotamento della
democrazia e va ricondotto alla priorità della coesione sociale sulla concorrenza
3-
Bisogna passare al
principio della regolazione più favorevole al lavoratore, e non al Paese di
origine, usato per favorire il dumping sociale e lavoristico
Bisogna regolare
le migrazioni per combattere la xenofobia ed evitare guerra tra poveri
1-
Sia la xenofobia
sia l’accoglienza illimitata sono risposte impraticabili per affrontare la
sfida delle migrazioni
2-
Si tratta di un
fenomeno che chiede soluzioni politiche per combattere, ovunque, il neocolonialismo
che depreda le risorse e si spartisce materie prime e mercati
3-
Per non continuare
in Patria il lavoro di sfruttamento avviato nei paesi di origine, è necessario
che le effettive capacità di integrazione, dirette dalla funzione pubblica e
garantite a tutti, siano il principio di regolazione degli ingressi (fatti salvi
coloro i quali hanno diritto all’asilo)
4-
A tutti, migranti
e non, vanno quindi garantite condizioni di vita e di lavoro analoghe, evitando
che la concorrenza determini situazioni di dumping lavoristico e sociale
5-
Va affermato il
diritto di non emigrare, ovvero di vivere e lavorare in condizioni dignitose
nel proprio paese, e quindi allo sviluppo integrale di tutte le nazioni
Sei tesi su tecnologia
e mercato: i bisogni individuali non sono sempre diritti
1-
La tecnologia non
è neutrale, ma è integrata agli altri processi e sistemi, rispecchiandone
conflitti, esigenze ed interessi
2-
Per questo molti
dei recenti avanzamenti tecnologici in realtà hanno rafforzato il dominio del
capitale sul lavoro, intensificando i tassi di sfruttamento, i ritmi di lavoro,
favorendo le delocalizzazioni e la disoccupazione
3-
Ma la tecnologia a
volte contribuisce anche alla mercificazione della vita (utero in affitto,
organi e materiale genetico, sementi)
4-
La concentrazione
monopolistica dell’informazione e delle strutture di comunicazione, insieme
alla loro enorme diffusione in ogni momento e fase della vita, perverte e
distrugge le speranze di diffusione orizzontale della democrazia che avevano
mosso l’avvio della rivoluzione digitale, viceversa questa si è tradotta in
controllo privato e opaco di dati, algoritmi, estensione della proprietà
intellettuale, totalitarismo digitale
5-
È necessario perciò
invertire questo movimento, imponendo forme di controllo democratico sull’uso
del sapere tecnologico e scientifico secondo principi di accettabilità etica
6-
I diritti e le
libertà conseguenti sono beni comuni e vanno compresi insieme al senso del
limite, della dignità della persona e del rispetto della natura
Per unire socialismo
ed ecologia
1-
La parola
socialismo torna alla ribalta in paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti,
dove non era mai stata spesa da leader come Corbyn e Sanders che non hanno paura
di ribadirne l’attualità
2-
Viene fatta
propria dalle rivoluzioni bolivariane in sudamerica e da movimenti forti ed
originali come Podemos, France Insoumise, Aufstehen
3-
Il socialismo del
XXI secolo deve ripartire dalla cura per i principi costituzionali e non dalla
nostalgia, da uguaglianza, equità, solidarietà, giustizia sociali nella
democrazia
4-
Da un ‘riformismo’
che oggi, nell’attuale disastro è realmente ‘rivoluzionario’
5-
Le catastrofi
ambientali impongono di far partire il Socialismo del XXI secolo dalla
vocazione ambientalista e dalla responsabilità umana nei confronti dell’ambiente
come patrimonio intergenerazionale e terreno di congiunzione tra le sensibilità
dell’umanesimo laico e cristiano
Tre tesi su partiti
e democrazia
1-
Vanno costruiti i partiti
come forme democratiche ed intellettuale collettivo, piattaforme di formazione
e selezione delle classi dirigenti
2-
La democrazia non
può che essere, nelle condizioni attuali, rappresentativa e quindi ancorata
alla insostituibile funzione dei corpi intermedi, superando la disfunzionale “democrazia
del pubblico”, ovvero il plebiscitarismo in versione social o tradizionale
3-
La sovranità
popolare si esprime attraverso la centralità del Parlamento e non del Governo
Per costruire il
soggetto politico
1-
Nessuna delle
attuali forze politiche italiane può accogliere le indicazioni sopra
sintetizzate
2-
Non lo possono
fare le destre e sinistre riformiste, che sono responsabili dello snaturamento
liberista della Costituzione e dell’integrazione subalterna dell’Italia nell’Unione
Europea
3-
Non lo possono
fare le sinistre antagoniste o radicali attuali, che sono sorde ai temi
decisivi della nazione e dello Stato
4-
Non lo possono fare
le attuali forze di governo che si stanno manifestando incapaci di operare la
necessaria svolta verso una economia orientate e governata dal settore pubblico
5-
C’è bisogno di una
forza politica, ispirata ai principi del socialismo per il XXI secolo, del
cristianesimo sociale, dell’ambientalismo, e che sia capace di restituire
fiducia e speranza alle classi popolari, rispondendo alla domanda di protezione
e sicurezza sociale
6-
Serve un Progetto
di Paese che sia coerente con il programma della Costituzione Repubblicana.
“Patria e Costituzione”
“Senso Comune”
“Rinascita!”
Finalmente un'analisi e delle proposte che, forse, possono servire a rimarginare la frattura tra sinistra politica e ceti popolari abbandonati negli ultimi anni. Rimettere al primo posto il lavoro e il pieno impiego, rilanciare la lotta per i diritti collettivi, praticare l'internazionalismo proletario che non è il cosmopolitismo borghese, ricuperare la sovranità nazionale con uno Stato che interviene attivamente nell'economia e gestisca i flussi di capitali, merci e persone, una politica equilibrata nell'affrontare il tema immigrazione (la posizione no border è irresponsabile), non inseguire ogni moda culturale subalterna al liberismo capitalista, combattere l'individualismo e la corporativizzazione della società. Ma si può far questo all'interno delle attuali organizzazioni della sinistra? Non si rischia a volte di offrire assist alla destra radicale?
RispondiEliminaFinalmente un'analisi e delle proposte che, forse, possono contribuire a colmare la frattura tra sinistra politica e ceti popolari. Rimettere al primo posto lavoro e piena occupazione; sovranità e intervento dello Stato nell'economia e controllo dei flussi di capitali, merci e persone; regolazione dell'immigrazione (la posizione no border è irresponsabile), primo diritto dei popoli è non essere costretti ad emigrare; rilanciare i diritti collettivi; praticare l'internazionalismo proletario che non è il cosmopolitismo borghese; non inseguire ogni moda culturale subalterna al liberismo capitalista; lotta all'individualismo e alla corporativizzazione della società. Ma si può fare questo all'interno delle attuali forze politiche della sinistra. Non si rischia a volte di portar acqua al mulino della destra radicale?
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