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sabato 17 febbraio 2018

“Sottosopra”. Un ciclo di seminari per rovesciare la prospettiva


Oggi comincia, con una presentazione di Alessandro Somma sulla cultura ideologica dell’ordoliberismo e quindi della radice dell’assetto giuridico che è stato al centro della realizzazione dell’Unione Europea, un importante ciclo di seminari promosso con grande sforzo e interamente autofinanziato da “Senso Comune”. Tutti i seminari si tengono a Milano e sono raggiungibili attraverso questo link.


L’avvio, che dà il tono all’intero progetto, è dalla relazione stretta tra “economia sociale di mercato”, furba formula ordoliberista specificamente creata negli anni trenta in chiave antisocialista e costruzione europea, presentata da uno studioso di grande interesse come Alessandro Somma, autore di “Europa a due velocità”, “La dittatura dello spread”, ma anche “Il caso Uber”. Nella stessa giornata Malatesta dell'Università di Bologna.

Segue, nello stesso giorno, una presentazione dello storico Aldo Giannuli, (autore di “Classe dirigente” e di altri libri di argomento storico o contemporaneo) che si occupa della storia dell’Unione Europea, dal Trattato di Roma ad oggi.

Dopo i due seminari sull’Europa, a marzo, tra venerdì 9 e sabato 10, sarà il turno di Stefano Feltri (autore di “Populismo sovrano”) e Giacomo Bracci (coautore di “Banche: conoscerle per difendersi”) sulla crisi dell’eurozona, e poi di Lucio Baccaro (coautore di “trajectories of neoliberal trasformation”, che analizzerà l’andamento dell’economia italiana e di altri paesi europei dagli anni ottanta. Quindi, alle 14.30, è previsto l’intervento su “l’Italia e l’euro” di Alberto Bagnai (autore di “Il tramonto dell’euro” e “L’Italia può farcela”) con Chiara Zoccorato. Di seguito Marco Cattaneo (autore di “La soluzione per l’euro”) con la sua proposta per una moneta fiscale.

Ad aprile, tra venerdì 6 e sabato 7, si parlerà di geopolitica. Quindi ci sarà Pierluigi Fagan (autore di “Verso un mondo multipolare”) che illustrerà il suo approccio complesso alla geopolitica contemporanea, Dario Fabbri, di Limes, parlerà degli USA, Alberto Negri, (autore di “Il mussulmano errante”) del medio oriente, Andrea Greco della politica energetica italiana, e Nancy Porsia della Libia.

Nella seconda metà di aprile, il 14 aprile si comincerà a parlare di sostenibilità ambientale e migrazioni. Samuele Lo Piano parlerà di economia e ambiente. Dalle 14.00 Grammenos Mastrojeni (autore di “Effetto serra”) introdurrà la relazione tra ambiente e geopolitica, Francesco Fasani di immigrazione e mercato del lavoro, ed infine io, Alessandro Visalli, del ciclo dell’immigrazione/emigrazione (o, come ho qualche volta scritto, delle loro “economie politiche” intrecciate).


L’ultimo ciclo porta il titolo “Stato e economia”. A maggio Marta Fana (autrice di “Non è lavoro è sfruttamento”) parlerà del mercato del lavoro italiano, Giovanni Dosi, il 12 maggio, dello Stato e l’innovazione tecnologica, Ivan Invernizzi della proposta di zero disoccupazione a Madrid, Thomas Fazi (autore di “La battaglia contro l’Europa”) dell’inganno neoliberista, e Elena Granaglia (autrice di “Il reddito di base”), con Lorenzo Esposito su i piani di lavoro transitorio ed il reddito di base.


I temi sono ampi e chiaramente difficili da trattare nell’ora e mezza che durerà ogni seminario, ma sono ben scelti per dare nel loro complesso un’immagine dei diversi campi di ricerca e di critica che da più parti, e con diverse impostazioni culturali ed anche tradizioni ideologiche, si sta cercando di mettere in campo per comprendere l’altezza della trasformazione epocale in corso. Comprendere è un passo necessario, completamente non sufficiente, per agire e porre rimedio alla sfida che il mondo del lavoro e sempre più componenti della società si trovano davanti quando la lunga discesa innescata dalla rottura del 2007 sembra giunta ad un provvisorio bassopiano. Il welfare privatizzato della finanza internazionale (fondato sull’inganno del debito facile e la finanziarizzazione di ogni assett possibile alle diverse scale) ha raggiunto in tale congiuntura un punto di inevitabile rottura cui è seguito il decennio trascorso di ristrutturazione e razionalizzazione. Con differenze locali, dovute alle strutture giuridiche (ad esempio i Trattati costitutivi dell’Unione Europea e le regolazioni successivamente intercorse di cui parlerà Giannuli) monetarie (come l’Euro, di cui parlerà Bagnai) e alle caratteristiche delle diverse economie (di cui parlerà Baccaro), ma anche e soprattutto ai rapporti di forza interni ed internazionali (di cui parlerà il ciclo sulla geopolitica), questa razionalizzazione ha preso aspetto diverso per le diverse classi sociali (anche se non percepite come tali) e aree. Il sud Europa ha fatto per lo più da vaso di coccio ed ha subito l’inevitabile effetto previsto dalla ideologia ordoliberista (di cui ha parlato Somma): la mobilità dei fattori lo ha svuotato di ogni risorsa mobile, che si sono andate a concentrare nelle aree vincenti. La competizione fa il suo corso.
Individuare questo fenomeno come “crisi”, con l’idea che al bassopiano debba inevitabilmente seguire la risalita verso più elevate posizioni, è parte dell’inganno ideologico che questi seminari cercano di spezzare. L’Unione Europea, nella sua radice ideologica e costruzione giuridica, ma soprattutto nei rapporti di forza che vi sono cristallizzati e che sono letteralmente scritti nelle sue carte e nelle sue istituzioni è parte inevitabile di una geopolitica imperiale che sbandiera “libertà” (di mercato, di commercio, di circolazione di uomini e capitali) che incorporano nuove servitù per la maggioranza. “Libertà” è infatti, essenzialmente, l’ambigua parola con la quale si intende la facoltà di chi ha di togliere a chi non ha, di costringere, con la forza del denaro e dell’influenza (anche delle armi, se necessario) i deboli a piegarsi, e si intende rimuovere una volta per tutte l’anomalia della ricerca dell’effettiva capacità di essere uguali che ha ispirato le lotte sociali nei due secoli XIX e XX.

Da ultimo si parlerà dei fenomeni in cui questa sfida precipitano: la crisi ambientale, l’effetto della mobilità quando gli uomini sono subalterni alla logica della valorizzazione e soli davanti al suo potere, delle condizioni del lavoro e del ruolo dello Stato.

Lo Stato: alla fine il bersaglio concentrico della critica neoliberale, imperniata sulla libertà del denaro e dei suoi possessori (anche se è sempre una questione chi possiede chi), e della critica di segmenti del pensiero e della pratica post-operaista, imperniata sulla libertà di individui desideranti.


Il seminario termina quindi interrogandosi sul “nuovo ruolo dello Stato”, alla fine qui bisogna tornare.

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